La Forza del Destino
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Melodramma in quattro atti
Trama
L'azione si svolge in Spagna e in Italia, nel Settecento. Tra il primo e il secondo atto passano circa 18 mesi. Tra il secondo e il terzo alcuni anni; e tra il terzo e il quarto oltre un lustro.
Atto I
Donna Leonora di Vargas (soprano) figlia del marchese di Calatrava, e don Alvaro (tenore), meticcio, per evitare l'opposizione al loro matrimonio del padre di lei, si preparano a fuggire nottetempo da Siviglia. Leonora, affezionata nonostante tutto al padre, medita sull'incertezza del proprio destino e dice addio alla terra natia. L'arrivo di Alvaro le fa svanire gli ultimi dubbi, ma i due vengono sorpresi dal marchese (basso), che, tornato all'improvviso, rinnega la figlia e ordina ai servi di arrestare il giovane. Questi, proclamandosi unico colpevole, si dichiara pronto a subire la punizione del marchese e getta a terra la pistola, da cui parte un colpo che uccide il vecchio. I due sventurati amanti scompaiono nella notte.
Atto II
Il fratello di Leonora, don Carlo (baritono), deciso a vendicare la morte del padre, è alla ricerca dei due amanti. Giunto in un'osteria a Hornanchuelos si spaccia per uno studente: gli astanti comprendono dei pellegrini, la zingara Preziosilla (mezzosoprano), alcuni soldati, un mulattiere, e la stessa Leonora che, travestita da uomo, si sta dirigendo al Monastero della Vergine degli Angeli, nei pressi del quale intende vivere in eremitaggio. Dal racconto di don Carlo Leonora scopre che don Alvaro, creduto morto, è ancora in vita, e teme per la propria stessa incolumità: si appresta quindi a ritirarsi dal secolo con rinnovato vigore.
Giunta al monastero, la giovane si affida alla Vergine pregando perché i propri peccati siano perdonati, quindi chiede un colloquio al padre guardiano (basso), cui rivela la propria identità e il desiderio di espiazione. Il padre, indulgente e comprensivo, l'avverte però che la vita che l'attende è piena di stenti e cerca di convincerla per l'ultima volta a ritirarsi in convento invece che in una misera grotta. Constatando la fiduciosa costanza di Leonora, tuttavia, acconsente al volere di lei e, consegnatole un saio, chiama a raccolta i monaci che, maledicendo chiunque oserà infrangere l'anonimato dell'eremita, si rivolgono in coro alla Madonna.
Atto III
Siamo in Italia, vicino a Velletri. È notte, infuria la lotta tra gli spagnoli e gli imperiali. Don Alvaro è capitano dei granatieri spagnoli e, non potendo sopportare oltre le sue sventure, spera di morire sul campo. Rievocando il proprio passato di orfano, figlio di discendenti della famiglia reale Inca, ripensa alla notte fatale in cui vide per l'ultima volta Leonora, e, convinto che la giovane sia morta, le chiede di pregare per lui.
Ad un tratto, sente il lamento di un soldato in difficoltà, accorre in suo aiuto e gli salva la vita: l'uomo altri non è che don Carlo, che però non riconosce il giovane indio. I due si giurano eterna amicizia. L'indomani, tuttavia, Alvaro stesso cade ferito e viene trasportato da don Carlo. Alvaro morente affida a Carlo una valigia con un plico sigillato contenente un segreto che non dovrà mai essere rivelato: alla sua morte il plico dovrà essere bruciato.
Carlo giura di farlo, ma una volta rimasto solo, insospettito dall'orrore provato dall'amico al nome dei Calatrava, apre la valigia, dentro la quale trova un ritratto di sua sorella Leonora: vedendo confermati i propri sospetti, sfida don Alvaro a duello. I due hanno già incrociato le spade quando sopraggiunge la ronda: Alvaro scappa e trova rifugio in un monastero. Nell'accampamento, intanto, ricomincia la vita di sempre: la zingara Preziosilla predice il futuro e incita i soldati alla battaglia.
Atto IV
Nei pressi del Monastero degli Angeli il frate Melitone (baritono) distribuisce la minestra ai poveri. Questi, lamentandosi per il suo comportamento sgarbato, rimpiangono l'assenza del padre Raffaele, il nome scelto da don Alvaro al momento dell'entrata in monastero.
Lo stesso padre Raffaele è richiesto da don Carlo, che, scoperto il nascondiglio di don Alvaro, lo sfida nuovamente a duello. In un primo momento don Alvaro rifiuta il confronto ma, sentendosi chiamare codardo e mulatto, si prepara ad incrociare nuovamente il ferro con lui.
Presso la grotta dove si è ritirata, Leonora, riconoscendosi ancora innamorata di don Alvaro, piange il proprio destino. Sentendo improvvisamente dei rumori nelle vicinanze, si rifugia nel proprio abituro, ma è richiamata proprio da don Alvaro che, avendo ferito don Carlo a morte, cerca un confessore per dare all'agonizzante gli ultimi conforti. Terrorizzata, Leonora chiama aiuto ma, inaspettatamente riconosciuta dal giovane, si accinge a ricongiungersi con lui. Messa a parte del ferimento di don Carlo, tuttavia, si precipita da lui che, ancora ossessionato dal desiderio di vendetta, la pugnala. Raggiunta dal padre guardiano, Leonora spira tra le braccia di don Alvaro, augurandosi di ritrovarlo in cielo. Egli, rimasto definitivamente solo sulla terra, maledice ancora una volta il proprio destino.
Programma e cast
Durata approssimativa: 3 ore e 15 minuti
MARCHESE DI CALATRAVA: Alejandro López
DONNA LEONORA: Maria Agresta | 9, 12, 15 e 18 novembre
DONNA LEONORA: Saioa Hernández | 10, 13, 16 e 19 novembre
DON CARLO DI VARGAS: Artur Ruciński | 9, 12, 15 e 18 novembre
DON CARLO DI VARGAS: Amartuvshin Enkhbat | 10, 13, 16 e 19 novembre
DON ALVARO: Brian Jagde | 9, 12, 15 e 18 novembre
DON ALVARO: Francesco Pio Galasso | 10, 13, 16 e 19 novembre
PREZIOSILLA: Vasilisa Berzhanskaya | 9, 12, 15 e 18 novembre
PREZIOSILLA: Szilvia Vörös | 10, 13, 16 e 19 novembre
PARE GUARDIANO: John Relyea | 9, 12, 15 e 18 novembre
PARE GUARDIANO: Giacomo Prestia | 10, 13, 16 e 19 novembre
FRA MELITONE: Gabriele Viviani | 9, 12, 15 e 18 novembre
FRA MELITONE: Luis Cansino | 10, 13, 16 e 19 novembre
CURRA: Laura Vila
MESTRE TRABUCO: Moisés Marín
REGISTA DI SCENA: Jean-Claude Auvray
SOSTITUZIONE: Leo Castaldi
COREOGRAFIA: Terry John Bates
SOSTITUZIONE DELLA COREOGRAFIA: Paolo Ferri
SCENOGRAFIA: Alain Chambon
COSTUME: Maria Chiara Donato
ILLUMINAZIONE: Laurent Castaing
PRODUZIONE: Gran Teatre del Liceu e Opéra national de Paris
CORO DEL GRAN TEATRE DEL LICEU (PABLO ASSANTE, DIRETTORE)
ORCHESTRA SINFONICA DEL GRAN TEATRE DEL LYCEU
REGISTA: Nicola Luisotti
Gran Teatre del Liceu
Il Gran Teatre del Liceu, conosciuto anche come El Liceu, è il teatro attivo più antico e prestigioso di Barcellona e uno dei più importanti teatri d'opera del mondo.
Sito nella Rambla dels Caputxins è palcoscenico, da più di 150 anni (1847), delle più prestigiose opere e dei migliori cantanti del mondo, nonché simbolo e luogo di incontro dell'aristocrazia e della borghesia catalana.
Teatro dell'Opera di Barcellona, il Gran Teatre del Liceu, è stata fondata sulla Rambla nel 1847 ed ha continuato negli anni a svolgere il suo ruolo di centro culturale e artistico e uno dei simboli della città.
Oggi è di proprietà pubblica (da parte del Governo della Catalogna, Comune di Barcellona, Barcellona Consiglio Provinciale e il Ministerio de Educación, Cultura y Deporte) e gestito dalla Fundació del Gran Teatre del Liceu che, oltre agli organismi di cui sopra, incorpora il Consiglio Patrocinio e la Societat del Gran Teatre del Liceu (la vecchia società dei proprietari).